Testo critico Francesca Pensa
Il percorso artistico di Luciano Muscu parte dalla sua terra natale, la
Sardegna, dove l’allora giovane scultore, nei primi anni sessanta, matura
significative scelte stilistiche, che condizioneranno, nella coerenza di una
ricerca costante e attenta, una produzione plastica che è giunta fino al
presente.
Dopo iniziali interessi verso una prospettiva di figurazione, legata alla
tradizione locale, l’artista vira verso una dimensione astratta, che viene
conquistata per gradi, rarefacendo il ricordo del mondo reale attraverso una
sintesi formale sempre più insistita.
Fondamentali in questa fase, come in tutto il percorso creativo di Muscu, sono i
materiali, che lo scultore impiega in momenti diversi, riservando al legno, al
cemento, al gesso e alla pietra (con qualche più rara concessione al bronzo)
lunghe fasi di sperimentazione che conducono alla realizzazione di consistenti
cicli di opere, nei quali le possibilità espressive dei differenti materiali
vengono approfonditamente vagliate.
Così, a partire dal legno, che poi è sostituito dal cemento, l’artista comincia
a far dialogare la struttura plastica con il vuoto, lasciando penetrare
l’atmosfera nella scultura; con gli anni settanta questo rapporto si esaspera
con la scelta del polistirolo, che viene scavato e restituisce forme sempre più
leggere e aperte, che però lo scultore avverte la necessità di chiudere entro
protettive gabbie metalliche: la libertà creativa dell’invenzione
tridimensionale appare quindi smorzata ed equilibrata dalla cortina esterna,
resa però lieve dalla rete a maglie aeree e volutamente asimmetriche.
Da queste opere, che segnano la raggiunta maturità espressiva, discende quindi
la successiva produzione plastica di Muscu, che intanto è giunto a Milano, a
contatto con una città ancora viva e attraversata da tendenze artistiche
diverse.
Nascono così i vari cicli di sculture, come le Porte, costituite da due
piedritti che sostengono un’architrave, ravvivate da forme morbide e non
raramente ondeggianti, che non sminuiscono l’effetto di leggerezza di questi
varchi, che il colore caldo del legno, arricchito dalle superfici segnate da una
tessitura continua di segni, fa apparire simili a sostanze organiche: le
aperture invitano a essere attraversate, non chiudono ma semmai indicano la
possibilità di passaggi e di incontri.
E sempre il legno costituisce il materiale in cui sono realizzati i Rilievi,
pannelli movimentati dalle forme amate da Muscu, tra cui spicca il ricorrente
motivo assimilabile al cerchio: in queste opere l’artista può giocare con
effetti di percezione visiva, dimostrando l’illusione che creano ombra e luce
che modellano illusori aggetti e concavità. Ma anche la grafia, trasformata in
elemento scultoreo, compare spesso nei Rilievi, che, come epigrafi moderne
segnate da vocaboli fondamentali per la vita dell’uomo, inteso come individuo e
come collettività, divengono messaggi per comunicare parole quali amore, lavoro,
pace, solidarietà, giustizia, tolleranza, democrazia, cultura.
Ma in altre opere Muscu, che non raramente inventa forme ispirate alla
geometria, sottolinea la robusta forza della pietra, di una sostanza calcarea
dalla superficie ruvida e porosa, mentre nel gesso è frequente il motivo
costituito da due elementi che, pur espressi in un linguaggio rigorosamente
astratto, paiono dialogare tra loro, in un ideale contrappunto con le più
recenti prove dello scultore, caratterizzate da forme piene e scarsamente
colloquianti con il vuoto.
Sempre il gesso permette la realizzazione di un altro consistente gruppo di
lavori, per i quali l’artista, che spesso lavora “per levare”, modella per
aggiunta, componendo per gradi la forma plastica a partire dalla struttura
interna e lasciando evidente il percorso di creazione sulla superficie mossa da
un’ininterrotta trama di segni.
La scultura di Muscu trova inoltre declinazione anche nella misura monumentale,
come appare nelle grandi opere esposte nello spazio aperto di Is Coronas, dove
il paesaggio sardo conferisce alla possenza litica un’aura totemica primordiale.
L’arte di Luciano Muscu, per molti anni docente presso il Liceo di Brera, appare
dunque diversificata e sviluppata entro percorsi poetici paralleli o in altri
casi convergenti, tutti però legati dalla coerenza delle scelte espressive
dall’artista, che ha elaborato un proprio e originale linguaggio plastico capace
di suscitare suggestione ed emozioni.
Francesca Pensa