Luciano Muscu - Scultore

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Testo critico di Salvatore Naitza

L'attività di scultore di Luciano Muscu inizia con il legno, elemento familiare per averne osservato e sperimentato l'uso costruttivo sin dall'infanzia. Questo legame «parentale» è alla base del«fantastico-plastico» dell'artista, l'origine di una molteplicità d'idee figurative, di proiezioni sentimentali, di un accumulo di significati. È sufficiente uno sguardo alla prima produzione artistica, tra il 1960 e il 1968 per verificare la presenza di questi fattori di organizzazione formale e comunicativa. In questa fase prevale un indirizzo espressionistico dai molti slittamenti surreali. Il mondo sentimentale della gente del paese, la suggestione che si sviluppa da forme intrecciate (uomo-donna, madre-figlio), sono le finalità del discorso plastico, fatto attraverso superfici continue, uniformemente illuminate, di masse agganciate o contrapposte allo spazio atmosferico. Un'evoluzione e un mutamento di senso, comunicativo e formale, viene dichiarato dalle opere in ferro e polistirolo, dove il riferimento più diretto va visto con il concettualismo dominante a cavallo dei due decenni '60 e '70 (le gabbie), ma anche con l'esperienza del costruttivismo contemporaneo: è un momento di intensa progettualità rivolta alla «forma significante» che vede Muscu accentuare l'attenzione al disegno e alla grafica. Una fase che è ancora in atto e che, per ora, è approdata al recupero del suo primo materiale, il legno, con una sintesi dove si raccoglie l'esperienza fatta con il polistirolo, con la pietra (dove si intravedono valori arcaisti), con il cemento, il marmo, il bronzo. C'è forse una diversa urgenza di raggiungere messaggi più complessi sulla condizione d'oggi, caratterizzata dalla riflessione sul nostro contraddittorio passato e sulle scelte provvisorie compiute come uomini vivi.
(Venticinque anni di ricerca artistica in Sardegna)